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Forum Europa a Legnago



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Dopo il via con la due-giorni di metà dicembre a Roma e le tappe tematiche su pace e memoria a Cassino, sulle riforme istituzionali a Bruxelles, sul contrasto alle diseguaglianze a Caltanissetta, il lavoro di costruzione del programma del Pd in vista delle ormai prossime elezioni europee prosegue nel nostro Veneto. È a Legnago, infatti, che domani mattina, insieme alla Segretaria Elly Schlein, si svolgerà la quarta tappa del “Forum Europa”, dedicata a “L’Europa che vogliamo: sociale, verde, giusta, che investe nella qualità del lavoro e dell’impresa”.


È difficile negare che la posta in gioco del voto dell’8 e 9 giugno sia molto alta: dal suo esito dipenderà la possibilità o meno di dare il via ad un “nuovo inizio” europeista. Di avere un’Europa che in scenari di crisi come Ucraina e Medio Oriente sia capace di parlare con una voce sola e di agire come potenza non solo ideale, ma anche concretamente politica.

L’alternativa è secca: se non sarà protagonista, l’Europa rischia di diventare marginale. Sarà così, se a vincere saranno gli alfieri del nazionalismo più arretrato, dell’isolazionismo dei singoli Stati, del sovranismo velleitario che alza muri e barriere. Gli stessi che lo scorso dicembre si sono ritrovati a Firenze, invitati da Matteo Salvini, da chi tifa apertamente per quella sciagura che sarebbe il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, da chi ha legato la Lega al partito Russia Unita, da chi è arrivato l’altro giorno ad avallare il risultato del voto né libero né trasparente che ha portato alla rielezione di Putin.

Noi siamo dalla parte opposta. Siamo dove sono radicati i nostri comuni valori di libertà, pace e democrazia. Siamo insieme a chi crede che questo sia il momento di procedere verso una vera Unione politica e sociale. Con politiche di bilancio e di coesione condivise. Con l’armonizzazione fiscale e delle politiche di investimento. Con una strategia energetica unitaria. Con una politica estera, di difesa e di sicurezza comune.

Senza timore di mettere mano, proprio in considerazione della necessità di approntare risposte efficaci e tempestive, ad una riforma dell’architettura decisionale europea: iniziando dal superamento della regola delle decisioni all’unanimità.

A Legnago, domani, ci confronteremo su tutto questo, con un’attenzione particolare alla situazione e alle prospettive del mondo del lavoro e dell’impresa, partendo dal quadro europeo e dalle condizioni comuni all’interno delle quali tutti siamo chiamati a muoverci, per arrivare alle esigenze e alle aspettative dei lavoratori e degli imprenditori veneti.

Discuteremo delle fratture tra le grandi aree geopolitiche del pianeta e delle ricadute su integrazione economica, catene di approvvigionamento e forniture energetiche. Degli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, che solo un cieco negazionismo può pericolosamente sottovalutare. Delle dinamiche demografiche e dell’epocale questione dei fenomeni migratori. Del governo delle transizioni “gemelle”, ecologica e digitale. Della necessità di approdare a paradigmi di crescita che siano realmente sostenibili, dal punto di vista sia ambientale che sociale. Dell’innovazione tecnologica e della “grande trasformazione” dei processi produttivi, che hanno iniziato a creare nuovi lavori, a distruggerne altri e a modificare le competenze richieste ai lavoratori. E ancora del grande tema della trasparenza delle intelligenze artificiali e dei nuovi diritti collettivi di informazione e consultazione.

Sono tutte partite decisive e impossibili da vincere, limitandosi a mettere in campo politiche nazionali e men che meno regionali, siano esse economiche, occupazionali, di coesione o di sviluppo. È solo in una dimensione europea, quella nella quale il Partito democratico si pone con determinazione, che potremo affrontare le sfide da cui dipende il futuro nostro e delle generazioni che verranno, di italiani e di veneti.


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