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Per i pasticci del governo a rischio i fondi PNRR per la salute


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Da mesi il PD è impegnato nel porre la questione sanità al centro del dibattito politico in considerazione della sua rilevanza per la vita delle persone e anche a fronte di una palese criticità gestionale e di programmazione da parte dalla Regione Veneto.

Il PNRR è una grande opportunità e purtroppo stiamo rischiando di perderla per un approccio ideologico e assolutamente non pragmatico da parte del Governo Meloni.

La missione 6 del piano, come sappiamo è dedicata alla salute.

Si tratta di 15,63 miliardi di euro complessivi, con una metà concentrata sul rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale, e in particolare sulle reti di prossimità, la telemedicina e la cura domiciliare e con l’altra metà, invece, calibrata su progetti di digitalizzazione e innovazione del sistema sanitario.

Per quanto riguarda i 7 miliardi di euro destinati al rafforzamento della sanità territoriale l’attuazione del piano si declina su due asset.

Il primo riguarda l’approvazione di una riforma dell’intero sistema di assistenza, con l’obiettivo di riorganizzarlo, renderlo omogeneo in tutto il paese e stabilire così un nuovo assetto dell’offerta territoriale.

Il secondo invece si rivolge al rafforzamento della rete presente sul territorio, con la costituzione a livello locale dei presidi e delle strutture sanitarie previsti dalla riforma approvata. In questo ambito case e ospedali di comunità sono chiamati a rappresentare il primo presidio della sanità territoriale rivolta al paziente. Si tratta di un presidio fisico di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per i bisogni di assistenza sanitaria.

Si distinguono tra hub (quelle principali che erogano servizi di assistenza primaria, attività specialistiche e di diagnostica di base) e spoke, che offrono unicamente servizi di assistenza primaria.

Tale esigenza appare ormai inderogabile considerato che il nostro è un paese interessato da un progressivo invecchiamento della popolazione, con il prevedibile incremento dell’incidenza delle malattie croniche. Secondo dati Istat in Italia nel 2050 il 34,9% saranno i residenti con almeno 65 anni nel 2050, a fronte del 23,5% attuale. Pertanto obiettivo del PNRR è quello di realizzare in Italia 1.430 case di comunità mentre circa 400 gli ospedali di comunità. Tutto questo con una scadenza: 2026.

In verità il modello organizzativo stabilito dal Dm 77/2022 necessita di trovare un’applicazione omogenea anche per quel che riguarda il Veneto. Siamo fortemente preoccupati perché non si registrano passi in avanti e anzi rischiamo proprio sulle case di comunità di perdere queste risorse.

Non è vi è, quindi, un solo minuto da perdere per dotare il nostro paese di una rete di protezione sociale in grado di farsi carico delle fragilità dalla autosufficienza alla gestione delle malattie croniche.

Quello che ci inquieta e non ci fa star assolutamente tranquilli è che di fronte a queste impellenze il governo appare incapace di decidere perciò è urgente sapere quante e quali risorse e per quali progetti delle missioni 5 e 6 sono state impegnate fino ad oggi e perché nell’ambito del Ministero della salute ancora non sia stato nominato un direttore generale che si occupi proprio del PNRR.


Avere un welfare robusto è la prima politica di sviluppo. Su questo incalzeremo il governo sistematicamente.

 
 
 

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