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Primo Maggio

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Il Primo Maggio è il momento in cui il Paese dovrebbe guardarsi allo specchio e interrogarsi sullo stato del lavoro. Precarietà, salari troppo bassi, disuguaglianze, infortuni, fuga dei giovani: troppe ferite restano aperte, anche in Veneto. Per il Partito Democratico il lavoro è la vera priorità, ed è al centro anche del nostro programma per le elezioni regionali.


L’Italia è l’unico grande Paese europeo dove i salari reali sono più bassi di quelli del 2008. Troppi giovani sono costretti a emigrare, troppi lavorano in condizioni instabili e insicure, troppo marcato è il gender gap che penalizza le donne sia sotto l’aspetto retributivo che di crescita professionale. E ogni giorno qualcuno muore sul lavoro: è una tragedia quotidiana che va fermata con serietà e coraggio, non con piccoli ritocchi o spot ma con più risorse, più controlli, più formazione, più premialità per chi rispetta le regole. Come ha detto il presidente Mattarella, su questo tema non è tollerabile né indifferenza né rassegnazione.


Per rilanciare il lavoro serve una strategia nazionale fondata sul dialogo con le parti sociali, sulla qualità e sicurezza del lavoro, su politiche industriali che generino occupazione buona e duratura, su formazione permanente. Invece il governo sceglie di escludere i sindacati e di ignorare le proposte presentate da tempo. Così non si cambia nulla.


In Veneto abbiamo deciso che questo sarà un tema centrale. Per noi il lavoro significa dignità e futuro. E non può esserci sviluppo senza stipendi giusti, senza un salario minimo, senza sicurezza, senza un piano per offrire opportunità ai giovani e attirare i talenti. Soprattutto in questa fase di estrema incertezza internazionale, il Primo Maggio ci ricorda da dove partire: dal lavoro, dalle persone e dalla loro dignità.

 
 
 

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