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Zaia fissi la data del voto


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Ennesima puntata della telenovela surreale del centrodestra veneto. Il presidente uscente oggi ci informa che “non siamo ai supplementari, non siamo in ritardo”, e che “cercheremo di capire tra ottobre e novembre cosa si potrà fare”.


Ma davvero può un governatore parlare così? Perché non c’è ancora una data per le elezioni? A poche settimane dal termine di legge per convocare le elezioni, a due mesi e mezzo dalla data limite per il voto, Zaia e la destra continuano a tenere in ostaggio la democrazia, come se la Regione fosse roba loro, da spartirsi con calma per decidere chi eredita il potere.


C’è tempo, dice Zaia. Ma cosa vuol dire? Le regole esistono, i cittadini hanno diritto di sapere quando si vota, i candidati hanno diritto a una campagna elettorale trasparente. Invece ci troviamo di fronte a un balletto indecoroso, figlio di liti infinite nel centrodestra e di un atteggiamento padronale. Non è solo un insulto alla democrazia. È un insulto alla pazienza e all’intelligenza dei veneti.


Zaia dovrebbe ricordare che il suo mandato finisce, e che le istituzioni non sono il palco di una soap opera personale. Ci dica quando si vota. E ci risparmi, dopo il balletto sul terzo, quarto, quinto mandato, l’ennesimo episodio di una fiction che ormai annoia persino i suoi sostenitori.

 
 
 

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