È il momento di scegliere il futuro del Veneto
- Andrea Martella
- 21 nov
- Tempo di lettura: 3 min

Siamo arrivati al momento che aspettavamo da mesi, mancano solo quarantotto ore al voto per le elezioni regionali. In queste settimane siamo stati nelle piazze, nei circoli, nei mercati, nei luoghi di lavoro, ascoltando e parlando con una quantità impressionante di persone. Ovunque ho percepito la stessa cosa: il Veneto vuole tornare protagonista del proprio destino, perché è stanco dell’immobilismo, stanco dei rinvii, stanco di un governo della regione che da tempo ha smesso di guardare lontano.
Lo dicono le associazioni di categoria, lo confermano i sindacati, lo registrano gli osservatori economici e lo certifica anche Bankitalia: il Veneto è fermo. Una regione che un tempo correva più veloce delle altre oggi fatica, si difende, si adatta, ma non guida più. La produzione è in calo, gli investimenti arrancano, la competitività si è indebolita.
È una fotografia nitida, che coincide con ciò che ogni famiglia veneta conosce nella propria quotidianità.
E non è una crisi solo economica. È sanitaria, con liste d’attesa che scoraggiano e spesso costringono a rinunce inaccettabili. È ambientale, perché il nostro territorio è diventato più fragile, meno tutelato, più esposto ai rischi. È demografica: ogni anno migliaia di giovani sono costretti ad andar via, a cercare altrove opportunità che qui non ci sono più.
È, in definitiva, una crisi di futuro.
Dopo trent’anni ininterrotti di governo del centrodestra, è tempo di voltare pagina.
Non per spirito di contrapposizione, ma per necessità: un vecchio e logoro sistema di potere da troppo tempo non funziona e non dà ai veneti le risposte che meritano.
Oggi abbiamo finalmente una strada alternativa da proporre. Attorno alla candidatura di Giovanni Manildo abbiamo formato la coalizione di centrosinistra più ampia e forte che il Veneto abbia visto da decenni. Una pluralità di energie politiche e civiche che il Partito democratico ha saputo armonizzare con pazienza e responsabilità.
È un centrosinistra unito, largo, maturo. Ed è la prova concreta che quando c’è un progetto serio, la comunità democratica sa ritrovarsi.
Con questa coalizione abbiamo scritto un programma che unisce visione e concretezza. Un programma che non racconta ciò che vorremmo fare, ma ciò che possiamo fare davvero.
Una sanità che torni al centro, non solo a parole: con un piano straordinario per assumere medici e infermieri, per ridurre le attese, per restituire dignità al servizio pubblico.
Una mobilità che funziona, investendo sul trasporto pubblico regionale, ripensando lo SFMR come una vera rete ferroviaria metropolitana, introducendo abbonamenti più leggeri per studenti, giovani lavoratori e persone fragili.
Un Veneto che protegge l’ambiente: fermando il consumo di suolo, accelerando sulle rinnovabili, rafforzando controlli e tutele.
Un Veneto che crede nei giovani: con una proposta forte come il contratto di ingresso, pensato per aumentare il loro salario nei primi due anni di lavoro e aiutarli a costruirsi una vita autonoma.
Un Veneto che torna a essere una comunità, dove la qualità della vita non è un privilegio per pochi ma un orizzonte per tutti.
Non siamo qui a promettere miracoli. Siamo qui a dire la verità: la nostra regione può essere molto di più di ciò che è diventata. Può tornare a essere un laboratorio di innovazione, di diritti, di sviluppo, di futuro.
Ma per farlo serve coraggio. Serve una scelta. Serve partecipazione. Ed è qui che entra in gioco ciascuno di voi. In queste ore decisive, il vostro entusiasmo, la vostra voce, la vostra presenza sono fondamentali. Ogni conversazione, ogni messaggio, ogni condivisione può fare la differenza. Il Veneto cambierà se i veneti decideranno di farlo cambiare.
Io ci credo profondamente. Credo in un Veneto più giusto, più verde, più moderno, più sicuro. In un Veneto che rialza la testa e riparte.
Grazie per tutto ciò che avete fatto finora. E grazie, soprattutto, per quello che farete da qui a domenica.

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