Gaza, una tragedia che deve essere fermata
- Andrea Martella
- 20 set
- Tempo di lettura: 2 min

'Gaza brucia'. Così ha scritto sui social, con un compiacimento che è prova di mostruoso cinismo politico e morale, il Ministro della Difesa israeliano, annunciando ufficialmente l’attacco finale ad una città già ridotta in macerie e ad una popolazione stremata dalla fame.
Decine di migliaia di persone costrette per disperazione alla fuga. Centinaia di migliaia che non hanno la possibilità di fare nemmeno questo e restano chiuse in trappola. È l’ultimo capitolo della guerra criminale del governo Netanyahu. Un governo guidato da un uomo che con tutta evidenza è preoccupato più di ogni altra cosa di sfuggire alle inchieste sul suo operato e di mantenere il potere, con il sostegno di una destra estremista, razzista e iper-nazionalista.
La risposta iniziale alla barbarie terroristica di Hamas si è presto trasformata in una vera e propria apocalisse umanitaria, in una strage di innocenti, con bombardamenti indiscriminati che hanno mietuto vittime tra donne e bambini, con folli piani di deportazioni di massa e con il blocco degli aiuti umanitari usato come arma di guerra. Violando sistematicamente il diritto internazionale e calpestando vergognosamente ogni principio morale.
Netanyahu, con il pieno avallo di un Donald Trump che contemporaneamente stende tappeti rossi a Putin senza ottenere nulla sul fronte ucraino, non sta perpetuando “solo” – ammesso che si possa dir così – un crimine atroce nei confronti del popolo palestinese. Netanyahu, oltre a disinteressarsi della sorte degli ostaggi ancora in mano ad Hamas, ad infliggere un colpo terribile alla democrazia di Israele e ad affossare la soluzione dei due popoli e due Stati, sta commettendo un drammatico errore che rischia di ripercuotersi nel tempo sul popolo israeliano e sulle persone di fede ebraica in tutto il mondo: la nuova ondata di antisemitismo che sta crescendo è causata proprio dalla sua politica sciagurata e senza prospettive.
L’aggressione ai due turisti ebrei avvenuta la scorsa settimana a Venezia è solo uno dei tanti episodi inaccettabili che si stanno verificando sempre più spesso, che non dobbiamo mai smettere di condannare nel modo più fermo e che chiama tutti ad una piena assunzione di responsabilità.
E a proposito di condanna, continua a colpire il fatto che dal Governo italiano per mesi e mesi non ci siano mai state prese di posizione chiare nei confronti del governo d’Israele. Solo di recente si è sentito qualche balbettio tardivo e imbarazzato, ma lì ci si è fermati. Nessuna iniziativa concreta, a partire dal riconoscimento dello Stato di Palestina, come hanno fatto o stanno per fare altri paesi europei. Nessuna capacità di svolgere un ruolo attivo, insieme all’Unione Europea, nello scenario mediorientale.
Anzi, ora che l’Europa sembra svegliarsi, con l’annuncio di misure precise e sanzioni, tra i governi che frenano c’è proprio il nostro, che di questa tragedia rischia di restare spettatore passivo, e quindi complice, fino alla fine. Noi non possiamo accettarlo. Non vogliamo veder tradita una lunga tradizione diplomatica italiana che anche in tempi difficili del passato ha sempre saputo far sentire la sua voce in quell’area tanto martoriata.
Anche per questo il Partito democratico lavora e lavorerà per costruire un’alternativa forte e credibile.
In Italia e prima ancora, fra due mesi, al Veneto.



Commenti